Mondo

«Brava L’Europa a maglie strette»

Francesco Galgano anticipa le conclusioni del gruppo di lavoro, voluto da Tremonti, per verificare se in Italia ci sia rischio di scandali all’americana. E la sentenza è rassicurante...

di Francesco Maggio

Ordinario di diritto civile all?Università di Bologna, autore di manuali su cui hanno studiato (e continuano a studiare) generazioni di studenti, titolare di uno studio professionale con sedi a Bologna, Milano e New York, Francesco Galgano è uno dei più autorevoli giuristi italiani. Nell?aprile scorso è stato chiamato dal ministro dell?Economia, Tremonti a presiedere una commissione, denominata Commissione Enron, per verificare se anche in Italia esistono rischi di casi come quello dell?ex colosso texano dell?energia. Se ci sono cioè ?buchi? nella nostra legislazione sui problemi della trasparenza. Tra pochi giorni la commissione termina i lavori e il professore bolognese in questa intervista ce ne anticipa le conclusioni. E&F: Allora professore, com?è andata? Francesco Galgano: La Commissione Enron è stata istituita, come si evince dal nome stesso, per verificare se le normative italiane in materia di controllo della veridicità delle comunicazioni sociali delle società quotate in Borsa, siano adeguate a scongiurare che anche nel nostro Paese possano verificarsi casi come quelli Enron, Worldcom e altri ancora che hanno profondamente scosso la fiducia del mercato americano. E&F: E cosa emerge? Galgano: è necessaria una premessa: non è possibile fare un confronto diretto tra Stati Uniti e Italia. Il nostro Paese fa parte dell?Unione europea e molti poteri di iniziativa in fatto di legislazione sulla materia di cui stiamo parlando spettano ad essa. Per esempio, nella scorsa primavera la Commissione ha rivolto agli Stati membri, una raccomandazione molto dettagliata in proposito. E&F: Premesso ciò?. Galgano: Detto questo, la nostra legislazione, a partire dai primi anni 90 con la normativa Consob, risulta molto più severa di quella americana. Prendiamo il caso della revisione contabile. Noi abbiamo una norma di regolamento Consob secondo la quale le società di revisione non possono avere altro oggetto se non, appunto, la revisione. Con esclusione, quindi, di servizi di consulenza finanziaria, legale, ecc. In America le società di revisione, prima che esplodesse lo scandalo Enron, non facevano solo revisione, ma anche consulenza con la conseguenza che il controllato era anche controllore. Ma c?è di più. E&F: Che cosa? Galgano: Poiché in Europa è vietato che le società di revisione facciano anche consulenza, ecco che queste hanno creato una sorta di rete, un network di studi legali, di società di consulenza che pur non essendo formalmente legati ad esse, ne risultano ?collaterali?. Questa ramificazione ha finito con l?eludere la prescrizione della separazione. Ecco allora che l?Unione europea, con la raccomandazione cui facevo prima riferimento, ha delineato molto bene il concetto di rete, specificando che le norme che fanno riferimento a questa materia debbono riferirsi non alla singola società di revisione ma alla rete cui essa appartiene. E&F: Una bella differenza con gli Stati Uniti… Galgano: Già. Lì oggi si vieta alla singola società di revisione di fare consulenza. In Europa si va ben oltre e si ?aggredisce? il concetto di rete. E&F: Ma che opinione si è fatto dei recenti provvedimenti varati dall?amministrazione Bush? Galgano: Gli aspetti su cui soffermarsi sono molteplici. Tra questi, uno molto importante è sicuramente la decisione presa dal Congresso di istituire un organismo non profit per vigilare sul rispetto della separazione tra l?attività delle società di revisione e quella delle società di consulenza (vedi box, ndr). E&F: Perché valuta così significativa questa scelta? Galgano: Perché originariamente l?amministrazione aveva previsto che fosse la Sec, la Consob americana, a tenere i riflettori accesi al riguardo. E&F: E invece? Galgano: E invece al Congresso c?è stata una vera e propria svolta. L?amministrazione prevedeva una serie di casi di incompatibilità su cui la Sec avrebbe dovuto vigilare. E, come è facile immaginare, quando i divieti attengono a casi specifici, è agevole eluderli. Il Congresso, al contrario, ha affrontato la questione in modo radicale. Ha sancito l?incompatibilità assoluta e poi ha istituito un organismo senza fine di lucro che, solo in casi eccezionali, potrà concedere delle deroghe. E&F: Quando? Galgano: Per esempio, qualora si dovesse verificare che una società di revisione che non ha sviluppato al suo interno un?attività di consulenza non risulta in grado di analizzare con la dovuta competenza la contabilità. E&F: Un bel successo per il non profit… Galgano: Mettiamola pure così. E&F: Cos?altro ancora giudica particolarmente interessante del dibattito che si è sviluppato negli Usa in seguito agli scandali finanziari? Galgano: Vi sono almeno altre due questioni cruciali. Innanzitutto quella dell?insider dealing, ossia la circostanza per la quale gli amministratori, sapendo che la società andava male, prima hanno venduto le azioni di cui erano in possesso e solo in seguito hanno denunciato il reale stato di salute dei bilanci. Oggi i ceo (chief executive officer, ndr) devono rendere pubblici i loro movimenti di compravendita. E&F: L?altro punto? Galgano: La competenza dei consiglieri di amministrazione. Non basta che nel board di una società ci siano consiglieri indipendenti, cioè non collegati direttamente ai proprietari. è necessario anche che questi siano in possesso di un?adeguata preparazione economica. E&F: E allora che si fa? Galgano: L?indipendenza è importante, ma ci vuole anche la competenza. Per questo, nella proposta di riforma del Codice civile elaborata dalla Commissione Vietti, è previsto che i consiglieri di amministrazione di società, oltre al requisito di onorabilità, possiedano anche quello di professionalità. E&F: Che cosa pensa dei fondi pensione che non hanno vigilato sulla trasparenza delle aziende in cui detenevano partecipazioni strategiche? Galgano: Non ho precisi elementi di valutazione sui fondi americani. Si può tuttavia supporre che quelli che hanno taciuto, o l?hanno fatto non sapendo, o hanno taciuto sapendo risultando in qualche modo complici. Anche perché i fondi sono determinanti in assemblea per la nomina dei ceo. E&F: Insomma, dai lavori della commissione che lei ha presieduto, l?Italia non ne esce poi così male… Galgano: è così. Noi abbiamo una Consob davvero efficiente. Ma anche una grave lacuna. E&F: Quale? Galgano: Manca un?azione sistematica di sensibilizzazione sui temi della trasparenza da parte delle associazioni dei consumatori. E per controllare i Revisori, il congresso scelse il non profit Si chiama Public Company Accounting Oversight Board, la sua istituzione è prevista dalla legge Sarbanes-Oxley (sezione 101b) varata dal Congresso americano il 30 luglio scorso ed è un ente non profit che ha il compito di monitorare l?operato delle società di revisione che prestano tali servizi presso società quotate. Indipendente dal governo, ha una propria autorità e autonomia, delegata dalla Sec (Security Exchange Commission) che però ne elegge i membri (previa consultazione con il Federal Reserve Board e il ministero del Tesoro) e ne monitora l?attività e le decisioni. Il board dell?istituto è composto da cinque personalità (che rimangono in carica cinque anni e il loro mandato è rinnovabile una sola volta) che devono garantire indipendenza, integrità morale e completa dedizione alla protezione degli interessi del pubblico e dei diritti degli investitori. A tal fine, nessuno dei membri potrà esercitare durante il proprio mandato nessun?altra attività commerciale, né potrà ricevere compensi o pagamenti da società di consulenza contabile o di revisione o da parte di qualsiasi altra persona fisica o giuridica. Sei i principali compiti del nuovo board: registrazione delle società di consulenza contabile e di revisione che operano presso società quotate; fissazione di standards di revisione uniformi applicabili da tutte le società registrate nella stesura delle loro relazioni; conduzione delle ispezioni delle società registrate; avvio di procedure istruttorie e per l?eventuale applicazione di procedimenti disciplinari laddove siano giustificati; rafforzamento e monitoraggio sull?applicazione del provvedimento in oggetto; fissazione di un budget per lo stesso board. All?ente sono conferiti ampi poteri disciplinari nel caso in cui rinvenga delle irregolarità. Significativa la possibilità a esso assegnata di imporre sanzioni alle società o al suo personale direttivo per aver omesso di visionare l?operato di un partner o di un impiegato che ha commesso violazioni


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA